IL "VEXILLA REGIS" o "Visilla"

È il canto corale più importante della tradizione musicale barcellonese, che viene intonato per il Venerdì Santo ed accompagna le Varette di Pozzo di Gotto e Barcellona.
Tramandatosi oralmente dalla tradizione medievale delle sequenze e dei canti religiosi gregoriani, canta i versi di Venanzio Fortunato (VI sec. d.C.) "Vexilla Regis prodeunt".
La "Visilla" costituisce uno straordinario esempio di trasmissione orale della tradizione musicale di tipo liturgico-popolare.
All'inizio del Novecento i cantori di Barcellona hanno introdotto tecniche vocali tipiche del repertorio profano differenziadone l'esecuzione, pertanto la "Visilla" dei pozzogottesi risulta più regolare e composta di quella intonata a Barcellona. La "Visilla", secondo la stragrande maggioranza degli studiosi, è un canto di tipo arabo, per altri invece presenta chiari caratteri polifonici bizantini. Il dubbio rimane anche se l'autorevole opinione del Reverendo Nilo Somma dell'Abbazia di Grotta Ferrata, che ha ascoltato la registrazione del canto studiandone la genesi, propende per la seconda tesi.
Tecnicamente, pur appartenendo alla categoria dei polivocali ad accordo, il canto si differenzia nel tipo solistico con accompagnamento (ovvero brani in cui anche più solisti si alternano all'esecuzione, seguiti da una coralità di voci che costituiscono l'accordo.)
I "Pedi di Visilla", sono i versi del testo che ogni gruppo di "visillanti", intona a gruppi di due, "u pedi".
Il canto non riproduce fedelmente il testo del Venanzio, salta qualche strofa e ne modifica qualche altra pur mantenendo inalterato il senso dell' inno. Fino a qualche anno fa era sovente sentire i visillanti cantare i versi della Visilla in un latino molto approssimato fino al punto che l'intero canto diveniva una polifonia di voci sempre uguale.


VERSIONE CANTATA


Vexilla Regis prodeunt
Fulget Crucis mysterium
Qua vita mortem pertulit,
Et morte vitam protulit.
 
.
Quae vulneratus lanceae
Mucrone diro, criminum
Ut nos lavaret sordibus,
Manavit unda et sanguine.

Impleta sunt quae concinit
David fideli carmine

Dicendo nationibus:
Regnavit a ligno Deus.

Arbor decora et fulgida,
Ornata Regis purpura
Electa digno stipite
Tam sancta membra tangere.

Beata, cuius brachiis
Pretium pependit saeculi:
Statera facta corporis,
Tulitque praedam tartari.

O Crux ave, spes unica,
Hoc Passionis tempore
Piis adauge gratiam,
Reisque dele crimina.

Te, fons salutis Trinitas,
Collaudet omnis spiritus:
Quibus Crucis victoriam
Largiris, adde praemium. Amen


- Testo tratto dal sito Vexilla Regis.





TRADUZIONE


Avanzano  i vessilli del Re, risplende il mistero della Croce,
sulla quale Gesù, nostra vita, subì la morte e con la morte ci ridonò la vita.

Dopo essere stato ferito dalla punta crudele di una empia lancia,
per lavarci dal peccato

stillò acqua e sangue.

Si compì quello che cantò
Davide con veridica profezia,
quando disse tra i popoli:
"Dio regnò dal legno (della croce)".

O luminoso Albero tinto di regia porpora,
eletto a reggere le sante membra di Cristo.  Beata Croce splendida innalzi il Re dei secoli col suo sangue prezioso ci riscattò dal male.

Altare e tu, vittima, salve! È gloria la morte cruenta, la vita che soffre la morte, con la morte la vita ci dona.

 

Salve o Croce, unica speranza, in questo tempo della passione,
accresci la grazia ai giusti 
e cancella le colpe ai peccatori.

O altissima Trinità celeste, 
Ti lodi ogni spirito, 
proteggi sempre quelli che hai salvato con il mistero della Croce. Amen.